Discorso di Padre Mario Pezzi al funerale di Carmen Hernandez e lettera del rabbino Rosenbaum

Ecco le parole di Padre Mario Pezzi durante il funerale di Carmen Hernandez, iniziatrice insieme a Kiko Arguello e Padre Mario Pezzi stesso del Cammino Neocatecumenale.

“Sono molto grato al Signore per avermi chiamato anche senza merito a collaborare con Kiko e Carmen, quasi da 45 anni.

Prima di tutto, penso che gli storici approfondiranno questo fatto della fondazione di una realtà ecclesiale fatta da un uomo e una donna, che hanno collaborato costantemente insieme. Ci sono stati altri santi, ma non con questa convivenza, per tutti questi anni.

Al di là di quello che ci hanno già detto il Santo Padre e l’Arcivescovo nell’omelia, che già hanno sottolineato gli aspetti principali, vorrei ricordare di Carmen solo due o tre piccole cose. Kiko non ha parlato quasi di nulla, quindi approfitto io.

Per prima cosa, Carmen è stata innamorata di Dio e Dio innamorato di lei. Già da piccola, le ha conquistato il cuore: voleva partire per l’India e una volta è scappata da casa, come ricorderanno i suoi familiari. Poi ha condotto la sua vita ed è stata provvidenziale per il Cammino quando ha incontrato Kiko, cominciando questa avventura che gli ultimi papi hanno definito ‘una realtà in cui ha operato lo spirito Santo’, non un progetto di uomini.

Lei aveva collaborato con Kiko soprattutto – come diceva lei – portando davanti a lei, in un vassoio, il rinnovamento del Concilio Vaticano II, che si fonda sulle tre costituzioni: la liturgia, la parola di dio e la Chiesa, che saranno gli ispiratori del tripode, di cui ha parlato anche l’Arcivescovo prima.

Attraverso di lei il Signore ha trasmesso a Kiko tutto il rinnovamento del Concilio, dei movimenti liturgici, biblici e patristici. Prima e durante il Concilio, Carmen studiava molto, investigava e ha permesso a Kiko, dal momento che era un artista, di plasmare le comunità, le tappe, i passaggi.

Tutto è stato un dono di Dio: io sono stato un testimone, accompagnando da spettatore questa opera del Signore.

La seconda cosa che vorrei dire è che Carmen ha combattuto molto per ciò che per lei era fondamentale per il Cammino: l’attuazione del Concilio e soprattutto la veglia pasquale, recuperare tutta la notte, grazie a Monsignor Casimiro Morsillo che l’ha aiutata.

Ultimamente Papa Francesco, parlando alla conferenza episcopale di Santo Domingo, ha detto che uno dei meriti del Cammino Neocatecumenale è stato quello di recuperare la veglia pasquale con tutto il suo splendore, come era all’interno del Concilio Vaticano II.

E attraverso la veglia pasquale, l’Eucarestia in piccole comunità, la comunione al corpo e al sangue di Cristo.

Anche contro coloro che allora non capivano. Ma il Signore, grazie ai Papi, ci ha sempre sostenuti e anche ha combattuto affinché il Cammino non si trasformasse in un’associazione laicale – qui è testimone il cardinal Rilco – ma fosse riconosciuto dalla Chiesa per quello che è: un aiuto all’iniziazione cristiana nella parrocchia, un aiuto per recuperare la ricchezza del Battesimo, come dice molte volte Papa Francesco, attraverso un cammino graduale, progressivo, di conversione, dove la gente colpita dall’annuncio del Kerigma, dall’amore di Dio, lascia che si generi un cammino sotto la Parola. Dopo un po’ inizia a crescere, a trasformarsi attraverso i passaggi, le celebrazioni, finché famiglie intere lasciano tutto, vanno ad annunciare, a testimoniare questo amore di Dio e la vittoria di Cristo fatta realtà nella loro carne.

Infine, qui ci sono molte sorelle, molte donne. Una cosa che ha permesso a Carmen e Kiko di collaborare tra loro, da quello che posso vedere io, è stato il fatto che fossero radicati in Dio, nell’amore di Dio. E questa realtà di carattere di entrambi, di cui siamo testimoni, ha aiutato molte donne ad essere libere con i loro mariti, a dire la verità. Perché come ha detto Benedetto XVI e ora ha ripetuto Papa Francesco in Amoris Leatitiae, “L’amore è il rispetto dell’alterità”, che l’altro è una persona, non qualcuno da schiavizzare. Non c’è amore senza verità, senza libertà.

Questo ha aiutato molte ragazze ad alzarsi, a consacrarsi al Signore. Per questo quando appariva Carmen molte donne la applaudivano.

Io volevo solo dire questo. E Kiko mi ha detto “dì a tutti che approfittino del Kairòs per chiedere grazie e miracoli a Dio”, perché già Dio qualche miracolo lo ha concesso: da quando Carmen è morta ad oggi, ha concesso la grazia della guarigione da due malattie gravi. Cosi che non possiamo dire già che Carmen è santa, ma possiamo approfittare per chiederle grazie.

Vedo Kiko adesso preoccupato, ma io penso che dal cielo Carmen non lo lascerà in pace, e continuerà ad aiutarlo.

Per terminare, Carmen è stata molto importante per riscoprire le nostre radici, nella scrittura, nella scrutatio, nel popolo d’Israele. Il Signore ha fatto una storia, dico solamente che la responsabile delle comunità ebraiche d’Italia ha inviato un telegramma molto bello.

Ora lascio la parola al rettore del seminario della Galilea che vi leggerà un messaggio di un grande rabbino di New York”.

Messaggio del rabbino Jay Rosenbaum, fondatore e segretario generale del Collegio rabbinico nordamericano degli Stati Uniti letto da Don Francesco Giosuè Voltaggio, rettore del seminario Redemptoris Mater della Galilea

“Shalom,

 

a nome del Congresso Nordamericano, volevo inviare con tutto il cuore a Kiko e a tutti i fratelli del Cammino Neocatecumenale le mie condoglianze più sentite.

 

Carmen era davvero il cuore del Cammino e la passione così come lo spirito che hanno mosso Kiko nel suo lavoro al servizio del Signore. Lei è stata una Tzadikà – una donna santa, una donna con una visione profetica e dallo sconfinato amore per i figli di Dio.

 

É stato un raro privilegio per me averla incontrata alla Domus Galilaeae lo scorso anno nella convivenza con Rabbini, Vescovi e Cardinali e aver sperimentato insieme la Ruach Ha Kodesh, lo spirito di santità, che lei possedeva in modo unico.

 

Pregherò per Carmen e dirò un Kaddish per lei durante la liturgia sinagogale.

 

Anche pregherò perchè Dio consoli il cuore afflitto di Kiko e che Dio gli doni una vita lunga per aver amato Carmen come nessun altro. Nel cuore di Kiko Carmen trova adesso un’immortalità singolare.

 

Fa il passaggio alla sua nuova vita e in questo i fratelli del Cammino hanno bisogno quanto mai della guida e dell’aiuto di Kiko e della presenza e della santità di Dio.

 

Shalom Carmen”